Guida all'alimentazione nelle malattie della pelle

Guida all'alimentazione nelle malattie della pelle

Vediamo insieme quali alimenti scegliere e quali evitare in due delle più diffuse malattie della pelle.

Acne

L'acne è una patologia infiammatoria dell'unità pilo sebacea. Colpisce sopratutto gli adolescenti ma anche il 20% delle donne con più di 25 anni.

Il legame fra acne e alimentazione ha goduto di credito diverso in epoche diverse: negli anni '30 si raccomandava ai pazienti affetti da acne di evitare grassi e cioccolato; negli anni '70 la maggior parte dei dermatologi negava qualsiasi coinvolgimento dell'alimentazione nella genesi dell'acne; dal 2000 alcune ricerche scientifiche hanno dimostrato che il modo di nutrirsi può condizionare la comparsa dell'acne.

Questi studi sono nati dall'osservazione che in due popolazioni "isolate", quindi non soggette alle lusinghe della moderna industria alimentare occidentale, cioè i Kitava, abitanti delle isole della Papua Nuova Giunea e gli indiani Achè del Paraguay, l'acne praticamente non esiste!

Cosa hanno in comune Kitava e Achè? La loro alimentazione si basa su frutta e verdura, mentre non mangiano zuccheri semplici: in pratica un'alimentazione a basso carico glicemico, l'opposto della nostra dieta occidentale, ricca invece di alimenti ad alto indice glicemico!

Ti stai chiedendo come possa un'alimentazione ricca di zuccheri contribuire ad indurre l'acne?

Te lo spiego.

L'alimentazione ad alto indice glicemico determina una spiccata produzione di due ormoni, l'insulina e l'IGF. Questi due ormoni, la cui sintesi è regolata dall'alimentazione, hanno un ruolo nella genesi dell'acne: le malattie endocrine caratterizzate da una sintesi eccessiva di questi due ormoni, come la sindrome dell'ovaio policistico e l'acromegalia, si accompagnano spesso all'acne. Vice versa, nelle patologie genetiche in cui si verifica un deficit di IGF, come il nanismo di Laron, l'acne non compare mai.

Un gruppo di ricercatori dell'Università Federico II di Napoli ha chiarito il meccanismo mediante il quale l'iperinsulinemia favorisce l'acne: aumenta l'espressione di un gene coinvolto nella genesi dell'acne.

Numerosi studi sperimentali effettuati sottoponendo gruppi di adolescenti affetti da acne ad una dieta a basso indice glicemico hanno avuto tutti lo stesso risultato: la diminuzione delle lesioni acneiche. Per saperne di più su indice glicemico e iperinulinemia leggi questo articolo.

Ma c'è un'altra popolazione che non conosce l'acne: gli Inuit, popolazione indigena delle coste artiche americane. L'alimentazione degli inuit si basa sul pesce, dunque è ricca di omega tre. Questa osservazione ha spinto i ricercatori ad indagare il possibile effetto degli omega tre sulla mancata insorgenza dell'acne, ed hanno dimostrato che questi acidi grassi polinsaturi proteggono dall'insorgenza dell'acne con due meccanismi: riducono l'infiammazione tipica di questa dermatite e riducono l'ipercheratosi follicolare che è alla base della patogenesi dell'acne.

Inuit, Kitava e Achè hanno inoltre un'abitudine in comune: non consumano latte e latticini.

Può il latte indurre l'acne? E' stato dimostrato che il siero di latte e la caseina, la proteina del latte, stimolano l'espressione di quello stesso gene attivato dall'insulina, oltre a contenere direttamente IGF e a stimolare la sintesi dell'insulina.

Da alcuni studi sembra che il latte scremato sia quello con il maggior potere di induzione dell'acne. I formaggi freschi in questo senso sono più pericolosi di quelli stagionati perchè contengono latticello, che stimola la sintesi di insulina e di IGF.

Infine parliamo del cioccolato, prima accusato di causare l'acne, poi scagionato e adesso.... purtroppo è stato dimostrato che il burro di cacao è un induttore dei comedoni.

Come comportarti dunque se soffri di acne?

Te lo riassumo in pochi e semplici punti:

  • Consuma cereali integrali e legumi 3-4 volte a settimana;
  • Associa sempre gli alimenti ad alto contenuto di carboidrati, anche se integrali, ad alimenti ricchi di fibre (le verdure);
  • Scegli formati di pasta lunga e cucinali al dente;
  • Limita il consumo delle patate: preferisci quelle novelle cotte con la buccia e non mangiarle mai bollenti;
  • Privilegia il pesce, in particolare il pesce azzurro, come fonte di proteine animali.

In sostanza, adotta un modello alimentare in linea con i principi della dieta mediterranea.

Una cosa ti raccomando in particolare: fai attenzione agli zuccheri nascosti! Un giro nelle corsie del supermercato ci rivela che c’ è zucchero anche nel pane integrale morbido confezionato, nei pasticci di carne, nelle zuppe, nei legumi in scatola, nei sughi pronti, nel salmone affumicato, nelle insalate pronte e condite, nelle barrette di cereali e muesli, nei cibi con curry, nel ketchup, nello yogurt alla frutta o agli aromi. Se fai la spesa al supermercato, leggi sempre l'elenco degli ingredienti: gli zuccheri aggiunti possono essere indicati con diversi nomi ad esempio: sciroppo di glucosio-fruttosio, succo di mela da concentrato , zucchero d’uva, succo di sambuco, miele, sciroppo di agave, sciroppo di mais, ecc. 

Psoriasi

La psoriasi è una malattia cronica non trasmissibile caratterizzata da aree eritematose desquamanti. Oltre al disagio estetico, il prurito è spesso un ulteriore fastidio per chi soffre di questa patologia. 

Gli orientamenti più recenti considerano la psoriasi non più una patologia solamente cutanea, ma una malattia infiammatoria che riguarda più organi. Il meccanismo dell’infiammazione cronica, nella cui genesi lo stile di vita e soprattutto alimentare fa la parte del leone, è stato individuato come link tra la psoriasi e le patologie che spesso si presentano nel paziente psoriasico: l’ipertensione, l’obesità, il diabete, l’artrite, i disordini neurologici e psichiatrici. Infatti, è stato osservato che la psoriasi è più frequente nei pazienti con sindrome metabolica (condizione caratterizzata dalla coesistenza di 5 fattori di rischio: ipertensione arteriosa anche in trattamento farmacologico, circonferenza della vita superiore a 102 cm negli uomini e a 88 cm nelle donne, trigliceridi più alti di 150 ml/dl o in trattamento farmacologico, colesterolo HDL inferiore a 40 mg/dl negli uomini o a 50 mg/dl nelle donne o in trattamento farmacologico, glicemia a digiuno superiore a 100 mg/dl o in trattamento farmacologico) e che la sua insorgenza è comunque molto spesso preceduta dal sovrappeso.

Ti stai chiedendo in che modo queste condizioni si collegano alla psoriasi?

Te lo spiego.

Tutto nasce dal grasso, soprattutto quello accumulato sulla pancia, che non è solo un antiestetico cuscinetto, ma si comporta come una ghiandola che produce ormoni. Quali ormoni produce il grasso? Molecole che scatenano meccanismi infiammatori generalizzati. Questo spiega il legame tra psoriasi e giro vita. La sintesi di molecole antinfiammatorie e protettive per il cuore risulta invece ridotta nei pazienti obesi.

Alcuni degli ormoni, o più precisamente citochine, prodotti dal grasso addominale sono alla base sia dell’insorgenza della psoriasi che della dislipidemia: da qui il legame fra psoriasi, trigliceridi e colesterolo.

Nei pazienti psoriasici inoltre aumenta l’attività di un enzima, l’enzima convertitore dell’angiotensina, che riduce il calibro dei vasi sanguigni provocando ipertensione.

Come avrai ben capito, si tratta di un vero e proprio circolo vizioso, in cui una condizione alimenta l’altra.

Che dici, spezziamo la catena?

Vediamo come fare.

Innanzi tutto, è necessario ridurre “la madre” dell’infiammazione cronica, cioè il grasso addominale. È stato ripetutamente dimostrato che la perdita di peso, affiancata alla terapia farmacologica, determina un miglioramento della sintomatologia molto più spiccato rispetto alla sola terapia, e più stabile nel tempo.

Gli acidi grassi polinsaturi a lunga catena della serie omega tre EPA e DHA contrastano l’effetto dell’acido arachidonico, molecola fortemente infiammatoria che si riscontra ad alte dosi nelle lesioni psoriasiche. Sono presenti nel pesce, nei semi di lino e nell’olio che se ne ricava, nella frutta secca, soprattutto noci, nocciole e mandorle, nella lattuga, negli spinaci, nei broccoli, nei piselli e nei fagioli.

La vitamina D è sicuramente benefica per la psoriasi, tuttavia l’assunzione di integratori può comportare effetti collaterali quali ipercalcemia, ipercalciuria e calcolosi renale. E’ sicuramente consigliabile una supplementazione in caso di deficit di questa vitamina, altrimenti sarebbe meglio approvvigionarsene dagli alimenti. Le principali fonti alimentari sono: tuorlo d’uovo, pesci grassi, olio di fegato di merluzzo, latte intero, funghi, ostriche, formaggi grassi. Se teniamo a mente il ruolo dell’infiammazione e del sovrappeso nell’insorgenza della psoriasi, tuorli d’uovo e formaggi grassi sono sicuramente le fonti da cui attingere meno.

L’eccessivo consumo di alcool può predisporre a sviluppare la psoriasi, soprattutto i maschi con familiarità per questa patologia. Inoltre, il consumo di alcool è associato ad una peggior prognosi della malattia (nella donna è correlato alla severità ed alla estensione, mentre nell’uomo è associato a resistenza ai trattamenti).

Infine è stata dimostrata una relazione tra aderenza alla dieta mediterranea e minor gravità della psoriasi. Si è visto che maggiore è il consumo di olio extravergine di oliva, frutta, verdura, cereali integrali e pesce minore è la gravità della psoriasi. Alcune ricerche scientifiche configurano la dieta mediterranea come un vero supplemento terapeutico per la psoriasi. Per sapere cosa si intende davvero per dieta mediterranea leggi questo articolo.

Riassumendo il tutto in poche e semplici regole, se soffri di psoriasi ti consiglio di:

  • Evitare/ridurre il consumo di bevande alcoliche
  • Aumentare il consumo di frutta fresca e verdura
  • Aumentare il consumo di pesce
  • Tenere sotto controllo il peso sia attraverso un regime dietetico adeguato che attraverso un costante esercizio fisico.

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